Continua il nostro viaggio alla scoperta dei quartieri di Milano, viaggio che ti aiuterà a raccogliere le informazioni di cui hai bisogno per vivere con maggiore slancio la tua esperienza milanese. Nella prima tappa abbiamo parlato di Porta Romana e Porta Venezia. Oggi focalizzeremo l’attenzione su altri due quartieri, riallaccia le cinture perché si riparte 😊.
Isola
Può un quartiere essere rivoluzionato, dalla testa ai piedi, in meno di cinquant’anni? La risposta è affermativa e la dimostrazione fattuale di tutto questo è il quartiere Isola. Quest’area trae il proprio nome dal fatto che è “isolata” dai binari della ferrovia dal resto della città.
Oltre ad essere isolata dai binari, il quartiere in passato si è anche “costruito” un proprio isolamento, che gli ha permesso di avere una forte identità, fatta di un passato industriale e artigianale.
Oggi invece Isola è parte di uno splendido contrasto con le nuove architetture green e avveniristiche dell’adiacente quartiere di Porta Nuova. Quest’area è stato oggetto di una profonda riqualificazione avviata dai primi anni 2000 ed è figlia dell’Urbanistica “Tattica” che ha visto piazze arricchite da tavoli, panchine, fioriere, la nascita di aree pedonali che ha reso il quartiere più accogliente, vivibile ed esteticamente molto piacevole e frizzante.
In questo percorso di cambiamento radicale, il contributo degli abitanti della zona ha avuto un peso specifico importante. I residenti, i giovani creativi hanno abbracciato il progetto diventando protagonisti del cambiamento del quartiere, che è ora diventato un “melting-pot” fatto di bar, caffè, associazioni, mercati ma conserva ancora la sua anima di quartiere.
Il Bosco Verticale
Proprio ai margini del quartiere Isola, sorge uno dei capolavori architettonici del secolo, il Bosco Verticale, un complesso pluripremiato progettato e realizzato dal prestigioso “Studio Boeri” nel 2014. Ciò che rende questa costruzione unica è la presenza di più di duemila specie di arbusti e alberi con una ragione chiara, incrementare la biodiversità vegetale, le piante che cambiano colore seguendo il ritmo della natura. Questo ambizioso progetto di “riforestazione metropolitana” rappresenta la concreta dimostrazione che Milano procede spedita verso la sostenibilità, l’innovazione e la biodiversità.
Guai a perderli
Isola del Pepe Verde
Tra i luoghi più frequentati di Isola e testimonianza del pieno ecoattivismo degli abitanti del quartiere è senza dubbio l’Isola del Pepe Verde, un giardino condiviso aperto a tutti. I residenti lo hanno trasformato, autonomamente e progressivamente, da un’area demaniale di 1500 mq, che versava in stato di abbandono, ad una meravigliosa area verde condivisa.
E’ uno spettacolo vedere questo luogo totalmente autosufficiente per disponibilità di acqua ed energia, arricchito da panchine, alberi, da un laboratorio artistico e da uno spazio totalmente realizzato per i bambini. Tutto ciò rappresenta il primo vero tentativo di “giardino comunitario” inteso come strumento di promozione di socialità, rispetto del verde e cultura del bene pubblico.
Indirizzo : Via Guglielmo Pepe, 10.
Mercato Comunale Isola
Tra i luoghi da vedere in Isola, che aiuta a capire meglio l’evoluzione del quartiere, c’è il suo storico Mercato rionale coperto. Ristrutturato negli ultimi due anni, rappresenta oggi un esempio di aggregazione, cultura, e tradizioni. Oltre ad essere privo di barriere architettoniche, si caratterizza per essere un mercato “plastic free” ed è aperto tutto il giorno fino alla mezzanotte. Il mercato è anche il set di numerosi di eventi a tema enogastronomico, corsi di cucina tematici ed educazione alimentare.
Indirizzo: Piazzale Lagosta, 7.
Blue Note
Tra i luoghi più iconici e rappresentativi della vita by night In Isola, sorge il Blue Note, il più importante Jazz Club di Milano, che dal 2003 vede esibirsi sul proprio palco i più acclamati protagonisti della scena musicale nazionale e internazionale.
Il locale fà parte del “Network Blue Note” con il leggendario Jazz Club del Greenwich Village di New York, oltre a Tokio, Pechino e Rio de Janeiro. Il Jazz Club milanese si sviluppa su una superficie di 1000 mq su tre livelli ed ha, al proprio interno, anche un ristorante che permette di vivere al meglio il binomio cibo-musica.
Indirizzo : Via Borsieri, 37
Via Sarpi-la Chinatown milanese
Quando si parla di Via Paolo Sarpi, il pensiero vola immediatamente alla Chinatown milanese, la seconda più grande in Europa dopo Parigi, situata nella zona nord-ovest della città. Via Sarpi è la principale arteria pedonale del quartiere e la più lunga della città (circa 1 Km.)
La nascita della Chinatown del capoluogo lombardo ha origine negli anni ’20 del Novecento con le prime emigrazioni di numerosi cinesi dalla regione dello Zhejiang. Nel quartiere, i primi emigranti erano dediti alla lavorazione della seta, arricchendo quindi la varietà produttiva del luogo, noto sino a quel momento come borgh di scigulatt (borgo dei produttori di cipolle o borgo degli ortolani), la zona era ancora rurale con numerose cascine con produzione di frutta, ortaggi e verdura.
Quest’area ha una lunga storia di integrazione, infatti tra le tradizionali case di ringhiera e grandi edifici ottocenteschi, con cortili e laboratori, la Chinatown milanese è perfettamente inserita nella vita e nella cultura della città pur custodendo i colori, i profumi e i negozi tipicamente orientali che donano ulteriore fascino a questo quartiere della “Vecchia Milano”.
Via Sarpi, tra il 2010 e il 2011, è stata interessata da un profondo intervento di riqualificazione urbana, che ha portato all’introduzione della pavimentazione stradale, rendendola un’elegante strada pedonale, arricchita da aiuole ed alberi.
Tutto ciò l’ha portata a diventare la Street Food etnica per eccellenza di Milano, in una successione sorprendente di gusti e tendenze attraverso la presenza di un brulicare di locali, che richiamano giornalmente milanesi e turisti stranieri, attratti dalla vivacità del luogo e dai numerosi posti dove acquistare cibo e mangiarlo mentre si passeggia e tutto ciò rappresenta un’indubbia conferma dell’internazionalizzazione del capoluogo lombardo
Per essere “Goliardici” si ha la sensazione che in Paolo Sarpi, sia stata data carta bianca a uno “scienziato pazzo” del cibo di poter mangiare tutto ciò che si vuole.
Sebbene la comunità cinese resti l’anima portante di questa zona, negli ultimi anni la vivacità di un quartiere popolare e molto centrale al tempo stesso ha attirato l’attenzione di molti nuovi abitanti, soprattutto giovani portando a diventare la Chinatown milanese uno dei quartieri più di tendenza nel cuore della città.
Guai a perderli
Il Capodanno cinese
Tra degli eventi più iconici della comunità cinese a Milano c’è il suo Capodanno, che rappresenta un momento molto atteso non solo dalla comunità autoctona ma da tutti gli abitanti della zona, che si fanno trasportare da gigantesche e coloratissime parate che colorano di rosso tutto il quartiere.
Le vie sono addobbate di lanterne sotto alle quali le sfilate dei dragoni e dell’animale-simbolo del nuovo anno (il 2023 sarà l’anno del coniglio) sono accompagnate da irrefrenabili danze.
La data non è fissa ma varia ogni anno e i festeggiamenti si protraggono per 16 giorni, dalla vigilia di Capodanno fino alla festa delle lanterne che quest’anno cadrà domenica 5 Febbraio 2023.
Il Cimitero Monumentale
Tra i luoghi da non perdere, in quest’area di Milano, non vi può sfuggire uno straordinario museo all’aperto, rappresentato dal Cimitero Monumentale, un luogo maestoso per le sue dimensioni (250 mila metri quadrati) e per l’arte scultorea del Novecento contenuta.
Commette un errore imperdonabile chi pensa che questo cimitero sia un luogo lugubre, si rivela infatti come uno spazio piacevole da visitare, che invita al ricordo di chi ci ha preceduti e ricco di dettagli artistici interessanti che ne fanno un’oasi di cultura, pace e riflessione.
ADI Design Museum
Tra i posti più visitati a Milano dagli amanti del design, c’è l’ADI, un “Museo autogenerativo” nato nel 2021, che si amplia nella collezione e contenuti, autonomamente e costantemente. E’ una collezione permanente di oltre 2000 oggetti premiati, sin dal 1954, dal “compasso d’oro”, premio più antico e prestigioso di disegno industriale al mondo.